giovedì 13 ottobre 2011

Il Testamento del Suonatore

Un giorno, in un'isola sperduta, la tribù Zaka fù costretta a fuggire a causa dell'eruzione devastante del vulcano dell'isola, i pochi abitanti ebbero poco tempo per salvarsi e caricando le prime cose che trovarono salirono su una barca e presero il largo mentre l'intera isola veniva inghiottita dalla lava. Gli abitanti del villaggio, che non erano molti, circa una ventina, ripresi dallo shock iniziale iniziarono a meditare sul da farsi; erano guidati dal capovillaggio, un uomo serio, preciso e piuttosto scontroso, materialista che non si lasciava distrarre da nulla, di mestiere faceva il contabile, ed era freddo come i soldi che maneggiava; lui aveva alcuni parenti su un'isola vicina e decise di fare rotta verso di essa, sapendo però che con la nave così carica avrebbero impiegato parecchi giorni a raggiungerla. Sulla nave si misero tutti subito ad aiutare per quanto potevano, ma moglie di Kabb, che era incinta, faceva da mangiare, poi c'era un falegname che aggiustava le falle, un fabbro, un mozzo, un pescatore, alcuni altri con varie mansioni, ed infine un vecchio suonatore. Costui aveva passato la sua vita suonando la sua chitarra e cantando tutte le sere sull'isola, animando le feste e rallegrando i lieti eventi, era stato sempre visto in maniera controversa, alcuni amavano la sua musica, altri erano infastiditi dal fatto che lui stesse tutto il tempo a suonare e non facesse nulla per il villaggio, tuttavia lui rimaneva sempre sereno e offriva una canzone a chiunque la volesse. Dopo qualche giorno in mezzo al mare tuttavia il nervosismo aumentava, e quando ci si rese conto che le provviste e l'acqua non sarebbero bastate per tutti si scatenò una furibona discussione per decidere il dafarsi "E' un fatto, non c'è abbastanza cibo nè acqua per tutti, è una decisione durissima ma qualcuno deve farsi da parte per il bene della comunità" le grida si fecero altissime "Inaudito!""Io aggiusto la nave! non potete fare senza di me!" gridava il falegname "E chi legherà le corde delle vele?" gridava il sarto "e il pesce? sarà pure poco ma quel poco ci serve, chi lo pescherà se mancherò io?" continuava il pescatore; le grida continuarono fino a che uno strimpellare leggero di chitarra fece tacere tutti, era il vecchio suonatore che se ne stava tranquillo sulla prua della nave guardando l'orizzone e fischiettando una sua canzone; il capo infuriato disse "Tu, suonatore, laggiù, che non hai fatto nulla se non suonare tutto il tempo, non ti sembrerebbe giusto offrirti spontaneamente ed andartene per il bene di tutti?" Una nuova baraonda si scatenò, chi gridava di buttare a mare il nullafacente, chi urlava che era l'unico che riusciva a rallegrare quei giorni terribili ed era indispensabile; alla testa dei due schieramenti paradossalmente stavano il capo, che voleva gettarlo in mare, e la moglie, che insisteva per salvarlo. "E' inutile e non è produttivo, è solo un peso per la comunità!" diceva lui "E' saggio e da tanti anni insegna la gioia e rallegra le nostre vite, non possiamo fare a meno di lui!" la ferocia dello scontro arrivò al culmine quando la moglie del capo disse a gran voce "Basta! Piuttosto mi sacrifico il al suo posto!" ed il marito rispose afferrandole un braccio mettendola a tacere "Non ci pensare nemmeno, tu aspetti un bambino, l'unico bambino del villaggio e non sei sacrificabile!" Il vecchio suonatore che era rimasto silenzioso ed in disparte tutto il tempo si alzò ed intervenne con voce tranquilla e pacata come suo solito dicendo "Calma, amici miei, com'è vero che per anni vi ho donato gioia non è giusto che ora io vi provochi discordia" le sue parole, sebbene non pronunciate ad alta voce, sembrò che sovrastassero gli schiamazzi e in pochi istanti tutti si zittirono stupiti "Sono vecchio, e i frutti che potevo dare sulla terra ormai sono maturi, non è più necessario che qualcuno rischi la vita per me, quindi ben volentieri mi offro per lasciare la nave" chiuse il suo discorso con il suo solito sorriso umile nascosto dalla folta barba, posò la chitarra sul ponte e si diresse verso una scialuppa. Tornò il caos, il capo grido vittorioso ed assieme ai suoi fedeli fecero salire il vecchio sulla scialuppa e lo calarono in mare; a nulla servirono le lacrime della moglie e dei suoi, con il sole che calava la figura del suonatore solo sulla scialuppa scomparve all'orizzonte. Prima di coricarsi il capo andò da sua moglie che si era ritirata in lacrime nella sua cabina; irato con la moglie per la sua presa di posizione esordì dicendo "Moglie, il tuo comportamento è stupido, come vedi alla fine anche quel vecchio parassita ha riconosciuto la sua inutilità" la moglie non rispose, con il volto in fiamme e gli occhi stretti come fessure "inoltre" aggiunse il capo "questo indica chiaramente quali tipi di mestieri siano utili da insegnare a nostro figlio, tipo il contabile o il falegname" la moglie rispose con voce rabbiosa "Ah non se ne parla nemmeno, mio figlio non farà mai il contabile e tantomeno il falegname!" "Ah si? E cosa farà allora?" disse con aria di sfida il capo, la moglie si alzò in piedi e disse con voce bassa ma decisa e severa "Farà il Suonatore." e aggiunse chiaramente "come suo padre!"

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